giovedì 31 marzo 2016

Manifesto - agg. 2016 : “Che cosa hai chiesto a scuola oggi?” 

Il prossimo 2 aprile sarà la giornata mondiale della consapevolezza dell'autismo. Solo i protagonisti hanno titolo per parlarne e certo - oltre all'annuncio -  poco possiamo fare con le righe scritte di questo blog. 

Solo il caso ha fatto riemergere dal passato - proprio in questi giorni - la biografia di Richard Feynman. Vi si racconta quando nel 1964 lo scienziato – attento padre dei suoi due figli - fece parte della commissione pubblica incaricata di scegliere i libri di testo di matematica per le scuole californiane, proprio negli anni della “nuova matematica in campo pedagogico”.

Sono pagine bellissime (come tutto il racconto della sua vita), di cui trascriviamo qualche estratto:

“ Feynman sostenne dinnanzi agli altri commissari che gli insiemi, così come venivano presentati nei nuovi libri di testo, erano un esempio di pericolosissima pedanteria: nuove definizioni fini a se stesse, un modo perfetto di introdurre parole anziché idee. Il linguaggio specializzato andrebbe usato solo laddove realmente necessario, e il particolare linguaggio della teoria degli insiemi non è mai davvero necessario. Scoprì che i manuali non coprivano quelle aree in cui il contributo della teoria degli insiemi andava al di là delle definizioni, ad esempio nella comprensione dei diversi gradi di infinito. Egli sosteneva che fosse di importanza fondamentale operare una distinzione tra linguaggio chiaro e linguaggio preciso. I manuali ponevano l'enfasi sul linguaggio preciso (…) e separavano il simbolo dall'oggetto reale. (…) “

“Tu puoi conoscere il nome di un uccello in tutte le lingue del mondo, e quando avrai finito, non saprai assolutamente nulla per quanto riguarda quell’uccello... Allora guardiamo l’uccello e vediamo cosa sta facendo - questo è ciò che conta. Ho imparato molto presto la differenza tra il conoscere il nome di qualcosa e conoscere quel qualcosa.”

E ancora:

Feynman propose che i bambini del primo anno imparassero a fare addizioni e sottrazioni più o meno come egli elaborava complicati integrali: liberi di scegliere qualsiasi  metodo apparisse appropriato al problema in questione. Un precetto della nuova filosofia pedagogica era “non importa la risposta, purchè il metodo usato sia quello giusto”. Per Feynman nessuna filosofia pedagogica avrebbe potuto essere più sbagliata. La risposta è tutto, egli diceva. Dobbiamo eliminare la rigidità di pensiero. Dobbiamo permettere alla mente di vagare liberamente mentre cerca di risolvere i problemi. Meglio avere un'intera valigia di trucchetti che un qualsiasi metodo ortodosso. Questo insegnava ai suoi figli. E le scorciatoie che insegnava loro, gli creavano parecchi problemi con gli insegnanti.


Richard Feynman era un genio, vinse il premio Nobel per la Fisica nel 1965. Riscrisse i concetti dell'insegnamento della fisica , i famosi libri rossi - The  Feyman Lectures on Physics Divenne famoso proprio per la sua personalità fuori da ogni regola: diceva cose che nessuno scienziato avrebbe mai pensato, suonava i bonghi, faceva il giocoliere, partecipava alle feste. Come dissero in tanti, aveva una mente straordinaria.