lunedì 30 settembre 2013

Chiedoasilo per i tagli agli asili!

E' di qualche giorno fa la notizia che il Comune vuole ridurre di 1,2 milioni di euro i contributi alle scuole materne private. Ammettiamo che al leggere l'articolo in proposito su La Repubblica, 20 settembre 2013 siamo rimasti un po' basiti.

Secondo don Michele Di Tolve, responsabile della pastorale scolastica per la Diocesi ambrosiana «Quanto prospettato metterebbe in seria difficoltà molte famiglie degli alunni e tanti lavoratori delle scuole paritarie, che fanno parte del sistema integrato dell’educazione». [...] Michele Ricupati, presidente dell’Agesc l’Associazione genitori scuole cattoliche di Milano dice «Ci mobiliteremo: per far tornare i conti comunali non si può tagliare sugli asili. Così, le scuole cattoliche potranno accogliere solo chi può pagare la retta, mentre scuola pubblica può prendere ricchi e poveri». [...] Soddisfazione, invece, da parte dei genitori di Chiedo Asilo, associazione laica... Leggi l'intera notizia

Insomma Chiedoasilo è per i tagli agli asili. 
Peccato che il sistema delle materne pubbliche e private di cui parla don Di Tolve NON è integrato. Se cosi fosse, non ci dovrebbe forse essere una graduatoria comune e comuni criteri di accesso, come avviene fra nidi comunali e accreditati? E una retta omologata al pubblico (o quanto meno calmierata)? E forse anche un minimo di integrazione sui POF?
Ci troviamo inoltre costretti rivelare che la scuola privata cattolica è già per chi se la può permettere. Il che, si veda bene, non significa essere ricchi sfondati, ma comunque avere un reddito che consente di investire almeno qualche centinaio di euro mensili per la scuola materna.
Insomma, ben venga un sistema integrato, se questo può permettere di aumentare  l'offerta a costi ragionevoli per il pubblico. Ma che sia un sistema  davvero integrato, con comuni criteri di accesso, graduatoria comune e via dicendo.

In una cosa però Ricupati ha perfettamente ragione:  per far tornare i conti comunali non si può tagliare sugli asili. Troppo spesso nel nome della carenza di risorse al sistema pubblico vengono inferti tagli tout court. A questo proposito chiediamo al Sindaco Pisapia e agli Ass.ri Balzani e Cappelli un impegno: che questi 1,2 milioni di euro vadano effettivamente alle scuole dell'infanzia comunali e non siano solo una toppa per il bilancio comunale. Che questi 1,2 milioni di euro servano a garantire la qualità della scuola pubblica per tutti: a offrire una opportunità per le fascie più disagiate; e ad offrire un servizio interessante per l'utenza "ricca" che può altrimenti scappare al privato innescando fenomeni di ghetitzzazione.

venerdì 13 settembre 2013

E' tempo di Glasnost

Siamo a settembre, materne e nidi sono aperti.

Ricapitoliamo qualche ragionamento di questi ultimi mesi.

Rispetto ad alcuni commenti apparsi sul blog relativamente al post http://chiedoasilo-milano.blogspot.it/2013/08/guardiamo-meglio-le-graduatorie.html , vorremmo fare alcune precisazioni.

La prima riguarda la scientificità dell'analisi. Ci si accusa di spacciare per analisi qualche tabella. Certo, siamo partiti da dati parziali e non strutturati. Nonostante questo abbiamo ricostruito un quadro che permette una visione ampia e trasversale sullo stato della disponibilità dei servizi. O perlomeno ne suggerisce alcune considerazioni. Eravamo certi di non ricevere un Nobel, ma valeva l'esempio, di come, con poche energie, ma un minimo di impegno e volontà di trasparenzasi può fare un'analisi che dia un quadro d'insieme e porti alla luce le situazione più critiche. Sembra che “i genitori critichino sempre”, ma se fosse fatto uno sforzo in più per far comprendere la situazione sarebbe forse più facile condividere le problematiche.

Vorremmo tanto che il Settore mostrasse con più coraggio la verità : siamo certi che a fronte di tanti problemi esistono anche casi virtuosi. Tutto invece finisce in questo modo in un pentolone di comunicati stampa spesso volutamente inconfrontabili fra loro.

Ricordiamoci che la trasparenza è il miglior strumento per recuperare la fiducia, nella misura in cui gli utenti possono verificare in ogni momento la coerenza tra cio' che vivono e le notizie diffuse dal Settore (per ora frequentemente i due divergono). A poco valgono i comunicati stampa del Comune sull'assegnazione di nuovo personale ai servizi ( ad esempio qui) se poi si rileva che in buona parte dei casi sono coperture per il personale che ha maturato il pensionamento.

Durante lo scorso anno scolastico la Rappresentanza Cittadina (ancorché non formalmente costituita, ha operato per la componente genitori come a regime) utilizzò un facile ed immediato parametro per valutare la presenza di personale educativo: non il solito numero di assunzioni tout court o di personale di ruolo che non tiene conto dei pensionamenti, dei permessi, delle assenze giustificate), ma banalmente il numero di smistamenti delle sezioni.

Con "smistamento" si intende quando una sezione, per mancanza di personale, viene nel corso della giornata suddivisa e trasferita nelle altre sezioni. A tutti sarà successo di arrivare al servizio per ritirare il cucciolo e trovare un cartello sulla porta che indicava che, per via di un imprevisto, i bambini erano stati suddivisi e “smistati” a gruppi nelle altre classi. La cosa di per se è meritevole, il servizio cerca in ogni modo di dare un supporto alle famiglie anche nei momenti di difficoltà, accettando qualche piccolo disagio anziché mandare i bimbi a casa anticipatamente. Meritevole se limitata nel tempo però. Bene, l’anno scorso, in un servizio di Milano ci sono stati 110 smistamenti ( leggi qui ). Che vuol dire non l'eccezione ma la normalità.

Ecco perché riteniamo serva maggior trasparenza.

Quindi, per completare questo primo punto, e preso atto che nessun comunicato stampa puo' smentire gli elenchi dei bambini in attesa appesi fuori dai portoni dei servizi, alleghiamo un ultima immagine che inizia a mappare per tutta la città i numeri relativi alle graduatorie di luglio per le scuole materne: posti disponibili e domande in attesa.

L'immagine[1], costruita con un GIS (geographic Information System, nello specifico una versione opensource) associa dati disponibili su milano.opendata a i punti geografici di una mappa: immaginate Geoschool (il portale del comune per individuare i servizi disponibili al momento dell’iscrizione), ma con altre informazioni.

Legenda: Rosso (numero bambini in lista), azzurro (numero posti disponibili), verde (servizi a regime), triangolo nero (scuole primarie)
Per ora si riconosce la struttura viaria della città, sono riportate le scuole primarie e le aree verdi. Altre informazioni vanno aggiunte per poter iniziare a ragionare sui motivi di concentrazione di domande in alcuni servizi e di abbandono di altri. Motivo che non puo' essere banalmente ricondotto alla simpatia di alcune maestre o alla struttura fatiscente. Esiste, a nostro avviso, un tema più strutturato di vivibilità della città. Ma con qualche analisi trasversale questi fenomeni potrebbero fornire utili elementi per una pianificazione di qualità. Recuperare in extremis una o due sezioni laddove molte richieste vengono presentate è più un modo per recuperare consenso elettorale che ragionare sulla qualità di vita dell'intera città.

Le risposte degli addetti del Settore alle lamentele per le lunghe liste d'attesa ruotano sempre attorno ai soliti ritornelli : i dati che vedete sono parziali, presentano richieste duplicate, non tengono conto delle rinunce, non sono ancora stati depennati dagli elenchi i confermati nelle materne statali, l'anno scorso era peggio etc. etc.; siamo ormai abituati.

Perchè i dati sono parziali, da interpretare e così via? Perchè non vengono dichiarati e giustificati i dati verificati? Chi nasconde i dati e fornisce solo numeri estratti ad hoc per dire cio' che vuole ha il potere in mano. La conoscenza è potere, per queste stesse persone la trasparenza è debolezza, fragilità.

Vorremmo tanto che si capisse che la trasparenza puo' essere una forza (soprattutto se si hanno cose positive da dire), e NON vogliamo più sentirci dire che le liste d'attesa alle materne si riducono fisiologicamente per via delle molte rinunce. Mentre nei nidi il fenomeno della rinuncia è comprensibile (si è costretti ad iscrivere il pargolo molto presto ed una famiglia puo', al momento dell'inizio d'anno, non sentirsi pronta a lasciare il cucciolo), nelle materne è esclusivamente dovuto alla necessità di dare una certezza pedagogica (al bambino) nonché organizzativa (alla famiglia). Se i servizi comunali non la possono garantire , chi puo' -la certezza - se la cerca altrove. Quindi il non fornire un dimensionamento adeguato è solo figlio della volontà di far divergere le famiglie su servizi non comunali (ed abbattere i costi del settore).

Detto questo si apprezza, e ci si augura che sia un percorso serio, la scelta di verificare analiticamente le domande di esenzione /riduzione di rette che ogni anno vengono presentate, nonché valutare una rimodulazione delle fasce di contribuzione. Sarebbe un gran segnale di civiltà (un inizio di trasparenza? Speriamo bilaterale) e magari si recuperano anche tanti bei soldini utili (dai nidi e per i nidi).

Rimane una domanda di fondo: ma perchè non l'hanno fatto prima????!!!!

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[1]I dati riportati sono relativi alle graduatorie pubblica a luglio 2013. Visto i cambiamenti marginali riscontrabili nella graduatorie aggiornate pubblicate a settembre, le elaborazioni non sono state aggiornate.