lunedì 29 luglio 2013

Asili nidi autogestiti dalle famiglie: una nuova esperienza milanese



In Italia i pionieri dei primi nidi autogestiti dai genitori sono a Reggio Emilia, dove nel 1991 nasce l’Associazione Agorà dalla volontà di alcune famiglie rimaste escluse dalle graduatorie dei Nidi Comunali. Per questa prima esperienza fondamentale è la collaborazione con il Comune di Reggio Emila, che mette a disposizione dell’Associazione, gratuitamente, i locali rispettivamente del nuovo Nido “Nilde Iotti” di Pieve e il Nido “Haiku”, nonchè i servizi di cucina, lavanderia, arredi e alcuni materiali di uso comune.

Nel 1997 si sviluppa un’analoga eseprienza di self-help tra il Comune di Mezzago e famiglie, che porta alla nascita del nido “Pollicino”.* Il Comune di Mezzago aiuta alcuni genitori a fondare l'”Associazione Pollicino” e mette a disposizione i locali inutilizzati della scuola media, fornendo il riscaldamento. Ai genitori i costi per educatrici, ausiliarie, un ragioniere e una coordinatrice. Il risultato è una struttura con una retta finale inferiore a quelle dei nidi privati della zona, che si arricchisce negli anni di una ludoteca e che propone corsi per tutti i mezzaghesi, tipo primo soccorso pediatrico o arte ludica.

La differenza fondamentale tra queste esperienze di nidi autogestiti dai genitori, dove operano educatori professionali, e quelle dei nidi/famiglia è che quest’ultima si propone più come un’esperienza di babysitteraggio mentre nei nidi i bambini sono affidati a personale qualificato, che predispone attività ludiche organizzate.

A Milano, oltre alle già attive esperienze delle scuole steineriane, che nascono però più nella ricerca di una scuola a metodo particolare, abbiamo scoperto l’esperienza di Maddalena Frignito ed Emanuela Leva.** Due madri che rimaste fuori dalle graduatorie nel Comune di Milano si sono organizzate ed hanno aperto il Laboratorio Sottosopra rivolto a bambini dai 6 mesi ai 2 anni e aperto 4 giorni su 5, per 7 ore al giorno. La retta comprende lo spazio e il contratto per la/le educatrice/i e sarà comunque inferiore a quella dei nidi comunali.
L’iniziativa è soprattutto interessante come progetto ci spiega Maddalena: “i genitori saranno coinvolti nell'organizzazione del tutto, ma l'occupazione remunerata, ovvero chi si occuperà del percorso diretto con i bambini, sarà affidata a una persona che ha esperienze di studio in questo settore e con la quale ci si sta confrontando e ci si confronterà su metodi di formazione da sperimentare.
Il genitore quindi non sarà coinvolto dal punto di vista lavorativo, ma diventerà socio di un'associazione - Sottosopra - attraverso la quale sarà organizzato questo laboratorio permanente durante la settimana.
Quello che ci auspichiamo è che un progetto sperimentale, un'esperienza di cooperazione tra genitori, educatrici/tori e bambine/i, seppur piccolissime/i, possa mostrare come sia fattibile e (spesso) più interessante, percorrere strade di auto organizzazione e di reinvenzione della propria città, tra persone che hanno voglia di oltrepassare i limiti che questa può avere, costruendo nuove possibilità.”
L’iniziativa di Maddalena ed Emanuela è molto interessante e come genitori milanesi ci auguriamo che anche il Comune di Milano decida di supportare queste iniziative, che possano rappresentare una nuova risorsa nel ventaglio dei servizi all’infanzia della nostra città.

* L'albero e le parole, del sociologo Sergio De La Pierre (Franco Angeli, 2011);
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1 commento:

  1. Ho appena scoperto che esista la realtà dei "nidi autogestiti" e mi sembra molto interessante.
    Però devo dissentire sul paragrafo che cita: "La differenza fondamentale tra queste esperienze di nidi autogestiti dai genitori, dove operano educatori professionali, e quelle dei nidi/famiglia è che quest’ultima si propone più come un’esperienza di babysitteraggio mentre nei nidi i bambini sono affidati a personale qualificato, che predispone attività ludiche organizzate."
    Io ho gestito un nido famiglia con associazione no profit a livello nazionale e vi posso informare che i nidi famiglia sono gestiti o da educatrici professioniste con esperienza pregressa o da mamme che mettono a disposizione la loro esperienza quotidiana con i bambini, inoltre sia mamme che educatrici seguono incontri mensili di aggiornamento/formazione/confronto con pedagogista e psicologa scelte dall'associazione.
    Nei nidi famiglia si segue una programmazione didattica e un progetto pedagogico, c'è assicurazione e le gestrici seguono corsi di primo soccorso pediatrico.
    C'è flessibilità nella scelta della frequenza e i costi sono molto contenuti poichè la gestrice lavora in casa propria.
    Non sminuite i nidi famiglia, i quali vogliono semplicemente affiancarsi alle altre soluzioni per la prima infanzia.
    Grazie.

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