In Italia i pionieri dei primi nidi autogestiti dai genitori sono a Reggio
Emilia, dove nel 1991 nasce l’Associazione Agorà dalla volontà di alcune
famiglie rimaste escluse dalle graduatorie dei Nidi Comunali. Per questa prima
esperienza fondamentale è la collaborazione con il Comune di Reggio Emila, che
mette a disposizione dell’Associazione, gratuitamente, i locali rispettivamente
del nuovo Nido “Nilde Iotti” di Pieve e il Nido “Haiku”, nonchè i servizi di
cucina, lavanderia, arredi e alcuni materiali di uso comune.
Nel 1997 si sviluppa un’analoga eseprienza di self-help tra il Comune di
Mezzago e famiglie, che porta alla nascita del nido “Pollicino”.* Il Comune di
Mezzago aiuta alcuni genitori a fondare l'”Associazione Pollicino” e mette a
disposizione i locali inutilizzati della scuola media, fornendo il
riscaldamento. Ai genitori i costi per educatrici, ausiliarie, un ragioniere e
una coordinatrice. Il risultato è una struttura con una retta finale inferiore
a quelle dei nidi privati della zona, che si arricchisce negli anni di una
ludoteca e che propone corsi per tutti i mezzaghesi, tipo primo soccorso pediatrico
o arte ludica.
La differenza fondamentale tra queste esperienze di nidi autogestiti dai
genitori, dove operano educatori professionali, e quelle dei nidi/famiglia è
che quest’ultima si propone più come un’esperienza di babysitteraggio mentre
nei nidi i bambini sono affidati a personale qualificato, che predispone
attività ludiche organizzate.
A Milano, oltre alle già attive esperienze delle scuole steineriane, che
nascono però più nella ricerca di una scuola a metodo particolare, abbiamo
scoperto l’esperienza di Maddalena Frignito ed Emanuela Leva.** Due madri che rimaste
fuori dalle graduatorie nel Comune di Milano si sono organizzate ed hanno
aperto il Laboratorio Sottosopra rivolto a bambini dai 6 mesi ai 2 anni e
aperto 4 giorni su 5, per 7 ore al giorno. La retta comprende lo spazio e il contratto
per la/le educatrice/i e sarà comunque inferiore a quella dei nidi comunali.
L’iniziativa è soprattutto interessante come progetto ci spiega Maddalena: “i
genitori saranno coinvolti nell'organizzazione del tutto, ma l'occupazione
remunerata, ovvero chi si occuperà del percorso diretto con i bambini, sarà
affidata a una persona che ha esperienze di studio in questo settore e con la
quale ci si sta confrontando e ci si confronterà su metodi di formazione da
sperimentare.
Il genitore quindi non sarà coinvolto dal punto di vista lavorativo, ma
diventerà socio di un'associazione - Sottosopra - attraverso la quale sarà
organizzato questo laboratorio permanente durante la settimana.
Quello che ci auspichiamo è che un progetto sperimentale, un'esperienza di
cooperazione tra genitori, educatrici/tori e bambine/i, seppur piccolissime/i,
possa mostrare come sia fattibile e (spesso) più interessante, percorrere
strade di auto organizzazione e di reinvenzione della propria città, tra
persone che hanno voglia di oltrepassare i limiti che questa può avere,
costruendo nuove possibilità.”
L’iniziativa di Maddalena ed Emanuela è molto interessante e come genitori
milanesi ci auguriamo che anche il Comune di Milano decida di supportare queste
iniziative, che possano rappresentare una nuova risorsa nel ventaglio dei
servizi all’infanzia della nostra città.
* L'albero e le parole, del sociologo Sergio De La Pierre
(Franco Angeli, 2011);
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Ho appena scoperto che esista la realtà dei "nidi autogestiti" e mi sembra molto interessante.
RispondiEliminaPerò devo dissentire sul paragrafo che cita: "La differenza fondamentale tra queste esperienze di nidi autogestiti dai genitori, dove operano educatori professionali, e quelle dei nidi/famiglia è che quest’ultima si propone più come un’esperienza di babysitteraggio mentre nei nidi i bambini sono affidati a personale qualificato, che predispone attività ludiche organizzate."
Io ho gestito un nido famiglia con associazione no profit a livello nazionale e vi posso informare che i nidi famiglia sono gestiti o da educatrici professioniste con esperienza pregressa o da mamme che mettono a disposizione la loro esperienza quotidiana con i bambini, inoltre sia mamme che educatrici seguono incontri mensili di aggiornamento/formazione/confronto con pedagogista e psicologa scelte dall'associazione.
Nei nidi famiglia si segue una programmazione didattica e un progetto pedagogico, c'è assicurazione e le gestrici seguono corsi di primo soccorso pediatrico.
C'è flessibilità nella scelta della frequenza e i costi sono molto contenuti poichè la gestrice lavora in casa propria.
Non sminuite i nidi famiglia, i quali vogliono semplicemente affiancarsi alle altre soluzioni per la prima infanzia.
Grazie.