lunedì 15 settembre 2014

Buon inizio di anno scolastico ... Con le parole di Mario Lodi

In questi giorni di avvio dell'anno scolastico vogliamo ricordare alcuni brani dell'ultima intervista rilasciata a Repubblica dal grande maestro Mario Lodi, perché sia guida per le tante maestre e maestri, che con grande passione svolgono il proprio lavoro, e per dare una chiave di lettura nuova a tutti quei genitori che affrontano con i propri figli un nuovo percorso scolastico:

"Il primo tirocinio scolastico, nella Bassa padana, fu tremendo. "Io avevo in mente l'esperimento inventato da Tolstoj a Jasnaia Poliana, la residenza di campagna dove faceva una scuola libera con figli dei contadini poveri. Incontrai anche io i bambini con gli zoccoli, scalpitanti come cavalli ma profondamente segnati da una scuola autoritaria.
Così volevano da me la lezione tradizionale, gli esercizi scritti e i compiti, i timbri con i voti. Un disastro". Per sognare un mondo diverso, bisogna aspettare la fine del fascismo e della guerra. E anche l'arrivo di una nuova stagione, la ricostruzione morale e materiale dell'Italia. "C' era ancora paura nei loro sguardi, anche molta fame. Ma i bambini cominciavano ad aprirsi, a rivelare il loro mondo interiore non solo attraverso la parola scritta, ma anche con il disegno e la musica, il gioco e il lavoro pratico". Bambini che scoprivano le mani. Bambini spesso "forestieri", abituati a parlare un dialetto diverso. "Nel giorno di San Martino, il padrone delle cascine spostava i suoi contadini di borgo in borgo. Così mi arrivavano questi scolaretti spaesati, che comunicavano in un modo differente. C' era un problema di lingua, lo stesso che oggi affligge i figli degli immigrati. E allora lavoravo su ciò che li univa. Siamo tutti eguali nei dolori, nelle emozioni, negli affetti. E solo con l'amore si riesce a scoprire la vita dei bambini."..."fu il mio primo giorno di scuola a San Giovanni in Croce, al principio degli anni Cinquanta. Mentre parlavo, uno dei bambini si alzò dal suo banco e andò a guardare cosa succedeva sui tetti di fronte. A poco a poco, anche gli altri fecero lo stesso. E allora mi domandai: lasciar fare o reprimere? Così mi alzai, e insieme a loro mi misi a guardare il mondo dalla finestra". Da insegnante tornava bambino, e gli scolari si facevano maestri. La nuova scuola era cominciata.