L'articolo de La Repubblica "Scuola, il Pirellone salva i fondi alle private" ci racconta quanto siano diffusi e forti i legami delle scuole private con le istituzioni.
Ci piacerebbe che la libertà (oltre che il diritto) alla scuola fossero garantite in ogni modo. Quel che stona, è che in una fase di grandi ristrettezze i tagli avvengano solo sulla scuola (ed i servizi all'infanzia) di natura pubblica e che il ventaglio delle paritarie si ostini a declamarsi paritario (ovvero parificato). Sembra un'affermazione generica, ma qui sotto viene declinata in due considerazioni concrete e banali, che non entrano nel merito neanche dei programmi educativi:
Ci piacerebbe che la libertà (oltre che il diritto) alla scuola fossero garantite in ogni modo. Quel che stona, è che in una fase di grandi ristrettezze i tagli avvengano solo sulla scuola (ed i servizi all'infanzia) di natura pubblica e che il ventaglio delle paritarie si ostini a declamarsi paritario (ovvero parificato). Sembra un'affermazione generica, ma qui sotto viene declinata in due considerazioni concrete e banali, che non entrano nel merito neanche dei programmi educativi:
- le graduatorie ed i criteri di accesso ai servizi all'infanzia paritari non comunali sono autonome nei criteri e nei tempi, rendendo complessa ed improbabile l'opportunità di accesso ai richiedenti (devo fare più iscrizioni, diverse nei criteri e con tempi di risposta diversi)
- i casi complessi, che richiedono risorse, quali bambini con necessità di sostegno, sono storicamente raccolti nei servizi pubblici, gravando in modo non proporzionale sulle già poche risorse disponibili. Si fa presto a dire che gli alunni diversamente abili sono aumentati nelle paritarie ma, a legger bene, si scopre che si concentrano nelle scuole secondarie e comunque la percentuale di incidenza nelle paritarie è mediamente ben inferiore (quasi la metà) a quella delle pubbliche.
Se è vero che qualcuno nel Comune di Milano è stato colto dal dubbio che non fosse corretto garantire sempre e comunque tutti i fianaziamenti promessi, siano almeno questi stessi ad avere la dignità, per i servizi all'infanzia, di portare avanti un discorso di coerenza. Se il finanziamento ci dev'essere, fino a quando una legge non lo abolirà, che almeno si pretenda il rispetto di alcuni minimi criteri di parificazione, almeno il più semplice, procedure di iscrizioni identiche e correlate con quelle comunali.
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