E' di qualche giorno fa la notizia che il Comune vuole ridurre di 1,2 milioni di euro i contributi alle scuole materne private. Ammettiamo che al leggere l'articolo in proposito su La Repubblica, 20 settembre 2013 siamo rimasti un po' basiti.
Secondo don Michele Di Tolve, responsabile della pastorale scolastica
per la Diocesi ambrosiana «Quanto prospettato metterebbe in seria
difficoltà molte famiglie degli alunni e tanti lavoratori delle scuole
paritarie, che fanno parte del sistema integrato dell’educazione». [...] Michele Ricupati,
presidente dell’Agesc l’Associazione genitori scuole cattoliche di
Milano dice «Ci mobiliteremo: per far tornare i conti comunali non si
può
tagliare sugli asili. Così, le scuole cattoliche potranno accogliere
solo chi
può pagare la retta, mentre scuola pubblica può prendere ricchi e poveri». [...] Soddisfazione, invece, da parte dei genitori di Chiedo Asilo,
associazione laica... Leggi l'intera notizia
Insomma Chiedoasilo è per i tagli agli asili.
Peccato che il sistema delle materne pubbliche e private di cui parla don Di Tolve NON è
integrato. Se cosi fosse, non ci dovrebbe forse essere una graduatoria comune e comuni
criteri di accesso, come avviene fra nidi comunali e accreditati? E una retta omologata al pubblico (o quanto meno calmierata)? E forse anche un minimo di integrazione sui POF?
Ci troviamo inoltre costretti rivelare che la scuola privata cattolica è già per chi se la può permettere. Il che, si veda bene, non significa essere ricchi sfondati, ma comunque avere un reddito che consente di investire almeno qualche centinaio di euro mensili per la scuola materna.
Insomma, ben venga un sistema integrato, se questo può permettere di aumentare l'offerta a costi ragionevoli per il pubblico. Ma che sia un sistema davvero integrato, con comuni
criteri di accesso, graduatoria comune e via dicendo.
In una cosa però Ricupati ha perfettamente ragione: per far tornare i conti comunali non si può
tagliare sugli asili. Troppo spesso nel nome della carenza di risorse al sistema pubblico vengono inferti tagli tout court. A questo proposito chiediamo al Sindaco Pisapia e agli Ass.ri Balzani e Cappelli un impegno: che questi 1,2 milioni di euro vadano effettivamente alle scuole dell'infanzia comunali e non siano solo una toppa per il bilancio comunale. Che questi 1,2 milioni di euro servano a garantire la qualità della scuola
pubblica per tutti: a offrire una opportunità per le fascie più disagiate; e ad offrire un servizio interessante per l'utenza "ricca" che può
altrimenti scappare al privato innescando fenomeni di ghetitzzazione.
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