venerdì 5 aprile 2013

Tutti a tavola!

Desideriamo mettere in fila due notizie apparse nelle ultime settimane sui giornali: la piu' recente apparsa ieri su repubblica web ("A mensa solo sette ravioli per alunno") e una seconda apparsa su piu' testate (ad esempio qui Milano Ristorazione riduce gli sprechi nelle mense) a metà marzo.

In sintesi il primo articolo segnala la scarsità delle grammature ed il secondo loda la riduzione agli sprechi di cibo.

Non si hanno qui le competenze per discernere se sia meglio per i nostri figli lasciare che si sazino con i cibi piu' graditi o vengano indirettamente costretti a consumare anche alimenti meno accattivanti ma più sani (verdure ad esempio). Nutrizionisti ed associazioni competenti (vedi http://www.pappa-mi.it/) sono sicuramente più attrezzati per la valutazione.

La stonatura si rileva più che altro nel tentativo di propaganda di Milano-Ristorazione, che promuove e diffonde l'idea di una attenzione all'ambiente ed al consumo consapevole quando le valutazioni legate al gradimento dei pasti (e di conseguenza alla riduzione degli scarti) è associata direttamente e -si teme- esclusivamente alla riduzione delle grammature.

Inutile negare l'evidenza: una società che produce quasi 80.000 pasti al giorno è un'industria e di conseguenza procede con delle logiche imprenditoriali. Sarebbe tuttavia apprezzabile che il Comune, in quanto appaltatore del servizio, avesse se non altro suggerito a Milano Ristorazione un approccio comunicativo più cauto. Era sufficiente , ad esempio, proporre la modifica delle grammature in via sperimentale al fine di poter -dopo un periodo sufficiente di monitoraggio - valutare serenamente benefici e disagi della soluzione.

Milano Ristorazione, stante i suoi stessi dati (vedi qui) , prepara giornalmente 3.319 diete sanitarie (meno del 5%), di cui 296 (meno dell'1% ovvero circa 1 ogni 250 bambini, 1 ogni 2 scuole circa) per bambini con gravi allergie. 
Più di 800 sono gli addetti alla preparazione dei pasti e 1300 quelli alla distribuzione: ovvero la distribuzione impegna 1,5 volte gli addetti impegnati nella preparazione. Mediamente ogni addetto segue la preparazione/distribuzione di 40 pasti, 1 addetto ogni 7 è "mediamente responsabile" di 1 dieta sanitaria grave. Come si pone una azienda di fronte a questi numeri?

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