E' uscita la Circolare Iscrizioni 2013 (link Circolare materne, link circolare nidi),
dopo gli incontri di cosiddetto confronto fra assessorato
all’Educazione e Istruzione e rappresentanti dei genitori eletti ai Consigli di
Unità Educativa.
Perché cosiddetto? Come già segnalato nei precedenti post, i
rappresentanti, pur riconoscendo “il gesto” e il recepimento da parte dell'amministrazione
di diverse istanze espresse a seguito della Circolare 2012, hanno da subito
manifestato perplessità sul metodo di partecipazione, di tipo
assembleare, con presentazione solo verbale del documento, e senza prevedere
una modalità di restituzione strutturata delle eventuali osservazioni. I dubbi
sulla reale possibilità di partecipazione sono stati poi confermati dalla
Circolare, quando è risultato chiaro che praticamente nessuna
delle
osservazioni portate dai genitori era stata tenuta in considerazione.
Cosa ne
viene fuori? Iniziamo dalle note positive. Importantissimo in periodo di
crisi
economica: il riconoscimento dell’ultima situazione lavorativa per i
lavoratori
che hanno da poco perso il lavoro o percepiscano disoccupazione. E poi multiculturalità non solo a parole, finalmente: traduzione nelle varie
lingue almeno delle istruzioni sulla procedura di iscrizione. A quando la traduzione della circolare? Comprenderne le sottigliezze è spesso difficile anche per gli italiani, ancora di più per chi ha una conoscenza meno precisa della lingua.
Ma nell’insieme una Circolare che ancora una volta sembra più un
manuale Cencelli che il frutto di un lavoro di medio termine su alcune
opzioni
di fondo. Rimane ancorato ad una visione tradizionale di mondo del
lavoro – un
solo lavoro; orari standard, che siano in regime di full o part time – il
sistema dei punteggi per le diverse
categorie di lavoratori. Incomprensibile resta il trattamento speciale
riservato ai ricercatori, unica categoria lavorativa a non venire
identificata
tramite il regime orario ma tramite il tipo di contratto. Pare
infine
impossibile trovare un equilibrio tra principio prossimità – i cui pregi
per il
benessere del bambino, l’organizzazione famigliare e a livello sistemico
sono
stati sviscerati anche su questo blog (link) – e il mantenimento di un
minimo di
possibilità di scelta del servizio da parte delle famiglie: si passa
così dal
“liberi tutti!” dell’anno scorso ad un impianto che rende gli open day
un
esercizio quasi inutile. E poi le sbavature che speriamo sia possibile risolvere caso per caso, come promesso agli incontri: che succede ai fratelli da iscriversi contemporaneamente ad un nuovo ciclo e che non godono perciò dei punti avvicinamento (applicabili solo se c'è un fratello già confermato in un servizio)? C'è modo di riconoscere la situazione - ormai non più così anomala - dei genitori single, i cui compagni non conviventi hanno sì riconosciuto il figlio ma non partecipano al suo mantenimento e alla gestione della vita quotidiana (senza ovviamente premiare chi mantiene solo fittiziamente residenza separata)?
Speriamo che il nuovo Assessore - insediatosi
quando il treno era già in corsa - inauguri finalmente un nuovo corso!